Manca ormai meno di una settimana alla messa in scena de "La moglie del procuratore" e per accompagnarci nell'attesa vogliamo andare a conoscere meglio quest'opera.
Il momento di maggior impatto è sicuramente il lungo racconto di Claudia a Seneca, i suoi ricordi e il riportare alla mente quella visione del volto di Cristo che ha cambiato il corso della sua vita.
Tre sono i momenti che la donna ricorda in un incalzante susseguirsi di emozioni: il primo riguarda le due ancelle che, la notte in cui Cristo viene condannato, riportano a Claudia ciò che è successo: la cattura, le percosse, la condanna, la rabbia della folla.
" [...] non avrei mai creduto che la voce umana potesse essere di per sé una forza distruttiva quasi irresistibile."
(Foto dallo spettacolo "Va in scena Elena Bono" rappresentato il 12 maggio 2015 al Teatro Cantero - Chiavari) |
Dafne, una delle due ancelle, vedrà anche lei il volto di Cristo e resterà sconvolta dalla visione del Suo capo insanguinato. Così infatti la ricorda Claudia:
"E infine tornò Dafne. Non più Dafne. Mai più, Seneca. [...] E’ rimasta laggiù, Seneca. In una piccola tomba che le feci alzare vicino al luogo dove il Galileo era stato sepolto."
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