“IL PORTICO DI SALOMONE”
La Compagnia teatrale "Il portico di Salomone", di recente costituzione, nasce dall'esperienza di un gruppo di giovani rapallesi che, accomunati dalla passione per il teatro, hanno messo in scena, negli ultimi anni, opere di vari generi e autori.
Li abbiamo visti cimentarsi nei recitals
"I cori della Rocca" |
"Assassinio nella Cattedrale" (qui durante le prove) |
"Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli" |
"Trincee di pace" |
nel dramma "Barabba" di Pär Fabian Lagerkvist rappresentato, con grande consenso di pubblico, il 23 aprile 2013 al Teatro Cantero di Chiavari e in replica a Bordighera.
La Compagnia ha inoltre allestito la pièce di F.Hadjadj "Giobbe o la tortura degli amici", rappresentata il 13 maggio 2014 presso il teatro Cantero di Chiavari.
Un'altra riduzione teatrale è stata compiuta dall'opera "Morte di Adamo" di Elena Bono, portando in scena i due racconti de "La figlia di Giàiro" e de "La moglie del procuratore". Lo spettacolo si è svolto il 12 maggio 2015 al Teatro Cantero di Chiavari.
L'anno successivo il Portico ha lavorato sui testi di Eugene Ionesco, esibendosi ne "Il Rinoceronte e Altro" il 16 Agosto 2016 presso i Giardini di Villa Tigullio a Rapallo.
Nella medesima location l'8 Agosto 2017 è andato in scena il mistero in sei quadri "Miguel Manara" di Oscar Milosz, riportando un grande successo di pubblico.
Scopo della Compagnia è fare teatro, mettendo a tema l’uomo, le sue domande fondamentali, i suoi percorsi alla ricerca di un significato autentico del vivere, dell’amare, del soffrire, del morire. Un messaggio che arriva dall'uomo di ogni tempo (il Giobbe biblico e quello contemporaneo di Hadjadj, il Berenger non credente di Ionesco e il cattolico Becket di Eliot). Un messaggio rivolto all'uomo dei nostri giorni, di ogni estrazione e cultura; perché il cuore dell’uomo, con le sue esigenze, è sempre lo stesso.
Il nome della Compagnia “Il portico di Salomone” si riferisce ad un versetto degli Atti degli Apostoli, che indica il primo luogo di incontro e riunione dei cristiani. E tutti potevano guardarli, vederli in azione ed apprezzarli. Abbiamo immaginato il palcoscenico come un luogo analogo, dove rendere testimonianza della nostra esperienza e incontrare quella di chiunque.