La morte e il peccato: la metafisica di Eugène Ionesco

Nel 1931 cominciò a scrivere e si fece presto notare come un elemento promettente dell'avanguardia rumena. Nel 1934 ebbe un certo successo la pubblicazione del saggio “Nu”Sposatosi nel 1936 con Rodica Burileano, Ionesco divenne professore di pedagogia al liceo di Bucarest e ricevette due anni più tardi una borsa di studio dal governo rumeno per scrivere a Parigi una tesi sui temi della morte e del peccato nella poesia francese dopo Baudelaire, prima espressione delle preoccupazioni metafisiche che caratterizzano il suo teatro. 

« Dio non può morire. È l'unica cosa che non può fare. Se l'uomo è stato creato a immagine di Dio, l'uomo non morirà. Dio non lascerà estinguere la propria immagine. »

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