La folla indistinta non è mai positiva.
C’è la folla che mormora, che passa, che porta via e trascina con sé. È facile mimetizzarsi nella folla, nascondere dietro le facce di molti anche la propria, lasciarsi prendere dall’opinione generale senza dire “io”. È più semplice commentare seguendo il pensiero di tutti, prendersela con i più deboli o con chi è diverso, con chi è fuori dalla folla. È la folla radunata di fronte al vecchio mendicante storpio, Johannes Mendelez.
C’è poi un’altra folla, o forse meglio un popolo, fatto di tanti “io” radunatisi insieme in cammino.
Miguel, al colmo della sua disperazione, si trova di fronte a questo popolo. Una processione di paese, forse, in occasione della Quaresima.
Una processione non diversa da quella che anche l’Innominato di Manzoni doveva aver visto passare all’alba dalle finestre del suo palazzo, dopo la famosa notte di tormenti. Gente semplice incamminatasi appena sveglia, perché sa che è un giorno di festa. Ma che ci sarà mai da festeggiare, si chiedono Miguel e l’Innominato.
A questo punto, non resta che decidersi: incamminarsi o no?
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