Stiamo per concludere la visita al Teatro con il pittore Hopper...


Intermission del 1963 



In questa tarda opera Hopper (negli ultimi anni di vita il pittore dipingeva un paio di quadri all'anno) spinge all'estremo il tema della solitudine. 
Una donna è seduta in prima fila ma in un posto lateralissimo a un metro e mezzo dal palco: praticamente non si vede nulla e si rimedia solo il torcicollo. 
Il sipario è chiuso, è il momento dell'intervallo. Gli altri spettatori hanno lasciato la sala (o forse è proprio una replica "buca" e la donna sceglie comunque un posto laterale). 
Lo sguardo è perso nel vuoto, i colori delle poltrone lividi, la parete del teatro è disadorna e fredda. Si intravede giusto una porta forse di servizio, ma pare quasi murata. Il tutto è molto claustrofobico. 
Il teatro, a prima vista, in questo quadro sembra solo desolazione, ma in realtà fissando la spettatrice non si può non cogliere la solita imprevista domanda sulla propria attesa di un altro imprevisto, avrebbe detto il poeta Montale...


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