Carlo Emilio Gadda: la sofferenza per l'essere immobile


Conosciamo uno degli autori che porteremo in scena nel recital "Trincee di Pace" il 13 agosto:
Carlo Emilio Gadda (Milano 1893 – Roma 1973) è stato un ingegnere, scrittore e poeta italiano tra i massimi innovatori della narrativa novecentesca. Sperimentò uno stile linguistico che fonde in sé lingua nazionale, forme dialettali e usi gergali.


Da convinto interventista qual era, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale partì come volontario nei reparti territoriali delle truppe alpine. Il 25 ottobre 1917 fu fatto prigioniero nei pressi di Caporetto e venne deportato a Celle (Hannover, Germania).

(Campo di prigionia di Celle)

Dall'esperienza della guerra e della prigionia, dopo la rotta di Caporetto, uscì il "Giornale di guerra e di prigionia". Scritto come un diario, l'opera è una denuncia forte e amara dell'incompetenza con cui era stata condotta la guerra e del degrado della vita dei prigionieri. 


Grande è anche la sofferenza che traspare per l'impossibilità di agire:

"Soffro sì per la famiglia, per la patria, specie nei gravi momenti: allora anzi l'angoscia mi prende alla strozza. Ma il dolor bestiale, il macigno che devo reggere più grave, la rabbia porca, è quella, che già dissi: è il mancare all'azione, è l'essere immobile mentre gli altri combattono, è il non potermi più gettare nel pericolo […]". 

(da "Giornale di guerra e di prigionia")



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