Ardengo Soffici: "allegro nella trincea del Kobilek"



Ardengo Sòffici (Rignano sull'Arno 1879 - Forte dei Marmi 1964) fu scrittore e pittore. 
Dal 1903 al 1907 visse a Parigi. In campo pittorico passò per varie esperienze d'avanguardia, dal futurismo al cubismo, per poi ripiegare su posizioni tradizionali. 
In generale la posizione pittorica di Soffici si può identificare in un anticonformismo non eccessivamente staccato dalla tradizione, che ritroviamo anche nel campo letterario e critico. Iniziò a scrivere in qualità di critico d'arte, inteso a valorizzare impressionismo e postimpressionismo francese (Cézanne è l’autore parigino che più ha influenzato i suoi lavori). 

(Ardengo Soffici - Casa Colonica Del Poggio)

Tornato in Italia, fu tra i principali collaboratori della rivista “Voce” e fondò con Papini “Lacerba”.Su quest’ultima auspicò la guerra come reazione contro la "Kultur" germanica, considerata una minaccia mortale per l'intera umanità. 
Si arruolò quindi come volontario partecipando a diversi combattimenti sulla Bainsizza, restando ferito due volte e ottenendo una decorazione al valore militare. Da questa esperienza nacque il “Kobilek-Giornale di battaglia” (1918) e dall'esperienza seguente a Caporetto, come ufficiale addetto all'ufficio propaganda della 2ª Armata, nel 1917, “La ritirata del Friuli”, che uscirà nel 1919. In queste due opere di taglio diaristico-autobiografico, sono evidenti le sue doti di ritrattista e paesista. Convinto sostenitore del fascismo, nel 1939 fu nominato accademico d'Italia. 


"Veniva da me nei giorni di riposo per riavvicinarsi un poco all'arte che amava con spirito vergine, per strapparmi qualche consiglio, per aver libri e libri da leggere nella sua tremenda trincea, e sempre se ne andava con un po' più del mio amore tra fraterno e paterno".
(da “Kobilek-Giornale di battaglia”)



"Se un giorno io dovessi ricevere un premio attestante il mio coraggio, vorrei che nella motivazione non si parlasse né di fatiche, né di pericoli affrontati, ma si scrivesse solo questo : « Fu allegro nella trincea del Kobilek »."
(da “Kobilek-Giornale di battaglia”)


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